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FABIO MONTALTO

“Nasco già contaminato da pittura e violino per mano paterna, quando alla vista di un Dalì mi ritrovai rapito dalle oniriche trame di un abile incantatore. Tutto divenne da quella forma d’arte geniale che confonde, inganna e meraviglia...” In giovinezza, preso da molteplici linee e rigorose prospettive, amavo svolazzare, di tanto in tanto, dal disegno alla pittura...come rami di un’improbabile impronta artistica. Nei successivi anni ‘90, sfogliando una rivista, la fotografia erotica di Mapplethorpe mi raggiunse ed aggiunse, al mio crescente senso surrealistico, la magistrale gestione del bianco nero ed il potente formalismo del nudo. Con la fotografia, poi, ho cercato la luce ed ho scoperto l’ombra, fino a capire che l’una tiene l’altra stretta per mano. Così come ho acquisito, tempo dopo, capacità di composizione, inquadratura e consapevolezza di scatto. Il nudo d’autore riveste il genere fotografico che più prediligo e per non scadere nel più massificante e banale nudo commerciale, il mio intento artistico ha prima volteggiato sul corpo femminile trovandone angolazioni anonime, inedite ed ingannevoli come aree inesplorate...private di quell’intimo non necessario (serie Erogene Origini – 2020). Solo oggi, grazie all’arte materica, ho voluto scavalcare i confini reali della fotografia e, tra surrealismo ed erotismo, ho ultimato opere contemporanee uniche nel loro genere. Anche l’incalzante progresso digitale della I.A. (intelligenza artificiale), che minaccia di migrare l’arte dall’uomo alla macchina, mi ha fortemente spinto ad intervenire drasticamente sulle mie opere fotografiche, quasi a volerle tirar fuori dal mondo digitale, per imprimere loro quella matrice umana, quella firma indelebile dell’anima che ogni artista incide con la sua follia. Il nudo, in tutte le forme d’arte, rappresenta il tema più espresso nelle opere di tutti i tempi, sacre e profane,... dalle figure sui reperti ellenici ai mosaici di Pompei, da Leonardo a Michelangelo, da Rubens a Klimt, da Courbet a Goya, da Man Ray a Alfred Johnston, da Newton a Weston. La linea erotica che mi appartiene è interpretata in chiave ironico-concettuale dove il “corpo” è un fondale anonimo dal quale fuoriesce il simbolismo sacro della sessualità...il triangolo del ventre femmineo o il calice della creazione, verso il quale la vitalità dell’uomo concentra i suoi sensi. E viceversa il fallico maschile come accessorio indispensabile al raggiungimento della divina unione, senza il quale la donna rimane vuota...sterile, incapace di fecondare una nuova anima. Un simbolismo erotico composto, ma allo stesso tempo allusivo e provocatorio che lascia permeare tracce della mia terra e della mia tradizione. Opere create per interagire con l’anima di chi le guarda, sorprendendo e divertendo. Un’arte che gioca con i titoli e le parole, affinchè tu, osservatore, sorrida all’imbarazzo e agli inganni del nostro tempo...perché alla fine, è tutta “una grande presa per il ...Q”. Fabio Montalto si diploma geometra nel 1987, proseguendo gli studi in ingegneria fino al 1989. Dopo il servizio di leva, entra a far parte del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, nel quale tutt’ora presta servizio a Siracusa. Artisticamente è un’autodidatta ed ha partecipato a mostre personali, collettive, concorsi fotografici e pubblicazioni. Adesso si dedica, nel suo laboratorio a Noto, alla sua fotografia sperimentale, collaborando con gallerie e fiere d’arte.

MOSTRE PERSONALI

Massificante e banale nudo commerciale, il mio intento artistico ha prima volteggiato sul corpo femminile trovandone angolazioni anonime, inedite ed ingannevoli come aree inesplorate...private di quell’intimo non necessario (serie Erogene Origini – 2020). Solo oggi, grazie all’arte materica, ho voluto scavalcare i confini reali della fotografia e, tra surrealismo ed erotismo, ho ultimato opere contemporanee uniche nel loro genere. Anche l’incalzante progresso digitale della I.A. (intelligenza artificiale), che minaccia di migrare l’arte dall’uomo alla macchina, mi ha fortemente spinto ad intervenire drasticamente sulle mie opere fotografiche, quasi a volerle tirar fuori dal mondo digitale, per imprimere loro quella matrice umana, quella firma indelebile dell’anima che ogni artista incide con la sua follia. Il nudo, in tutte le forme d’arte, rappresenta il tema più espresso nelle opere di tutti i tempi, sacre e profane,... dalle figure sui reperti ellenici ai mosaici di Pompei, da Leonardo a Michelangelo, da Rubens a Klimt, da Courbet a Goya, da Man Ray a Alfred Johnston, da Newton a Weston. La linea erotica che mi appartiene è interpretata in chiave ironico-concettuale dove il “corpo” è un fondale anonimo dal quale fuoriesce il simbolismo sacro della sessualità...il triangolo del ventre femmineo o il calice della creazione, verso il quale la vitalità dell’uomo concentra i suoi sensi. E viceversa il fallico maschile come accessorio indispensabile al raggiungimento della divina unione, senza il quale la donna rimane vuota...sterile, incapace di fecondare una nuova anima. Un simbolismo erotico composto, ma allo stesso tempo allusivo e provocatorio che lascia permeare tracce della mia terra e della mia tradizione. Opere create per interagire con l’anima di chi le guarda, sorprendendo e divertendo. Un’arte che gioca con i titoli e le parole, affinchè tu, osservatore, sorrida all’imbarazzo e agli inganni del nostro tempo...perché alla fine, è tutta “una grande presa per il ...Q”. Fabio Montalto si diploma geometra nel 1987, proseguendo gli studi in ingegneria fino al 1989. Dopo il servizio di leva, entra a far parte del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, nel quale tutt’ora presta servizio a Siracusa. Artisticamente è un’autodidatta ed ha partecipato a mostre personali, collettive, concorsi fotografici e pubblicazioni. Adesso si dedica, nel suo laboratorio a Noto, alla sua fotografia sperimentale, collaborando con gallerie e fiere d’arte.

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