“Giorgia” di Bianca Coggi: Arte Contemporanea Materica Italiana tra Forma e Sostanza
- taitgroupsrl
- 30 ott
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“Giorgia” di Bianca Coggi si impone come una delle opere più emblematiche dell’arte contemporanea materica italiana, capace di unire linguaggio architettonico, sensibilità pittorica e sperimentazione sui materiali.
Realizzata con cemento, carta, acciaio, resina e smalto su legno, nelle dimensioni di 150x150 cm, quest’opera unica testimonia la maturità artistica di Coggi, che trasforma la materia in narrazione, fondendo equilibrio e tensione in un racconto visivo intimo e universale.

L’Opera: “Giorgia” e la Materia che Diventa Memoria
“Giorgia” si presenta come una composizione stratificata dove la superficie diventa organismo vivo. Il cemento dialoga con la carta, l’acciaio e la resina in un equilibrio tra forza e fragilità, corpo e anima. La scelta dei materiali — tradizionalmente associati al mondo della costruzione — viene sovvertita in un linguaggio simbolico che racconta la resilienza e la vulnerabilità dell’identità femminile.
La materia, plasmata e velata da smalti e resine, sembra farsi pelle e tempo: ogni graffio, ogni increspatura racconta una storia di sedimentazioni interiori. “Giorgia” non rappresenta, ma evoca. Non descrive, ma fa sentire: è un ritratto della presenza attraverso l’assenza, dove il volto umano lascia spazio all’impronta del vissuto. L’opera sembra sospesa tra costruzione e dissolvenza: un equilibrio instabile che diventa metafora della condizione umana, del continuo tentativo di dare forma alla propria identità.

Bianca Coggi: Dall’Architettura alla Materia Artistica
Nata il 18 giugno 1978, Bianca Coggi incarna quella generazione di artiste italiane che hanno trasformato la formazione architettonica in base solida per una ricerca visiva sperimentale. Laureata in Architettura nel 2006, ha maturato esperienze nel mondo della progettazione, degli allestimenti e delle scenografie per grandi eventi internazionali — da Formula E Roma 2019 al G7 di Taormina, fino ai progetti per Hitachi e Leonardo.
Questa competenza nel costruire spazi e percezioni si riflette pienamente in “Giorgia”: la superficie pittorica è un set tridimensionale, dove materiali industriali vengono ripensati come elementi estetici e simbolici.
Coggi trasforma l’architettura in arte: il cemento non è più struttura ma tessuto narrativo, la carta non più supporto ma memoria sensibile.
Il Ritorno alla Pittura Materica: L’Arte come Riscoperta
Dopo anni dedicati al lavoro tecnico e progettuale, Coggi nel 2020 ritorna alla pittura, avviando una fase intensa di sperimentazione su grandi formati e tecniche miste. La scelta dei materiali non è casuale: ogni opera nasce da un dialogo tra peso e leggerezza, materia e luce. L’artista porta con sé la precisione dell’architetto, ma la trasforma in gesto emotivo, come nel caso di “Giorgia”, dove la superficie si fa pelle e architettura della memoria.
La sua ricerca la conduce anche alla fondazione dell’associazione “La via dell’Arte” a Colleferro, spazio indipendente per artisti e curatori, dove promuove la collaborazione e la valorizzazione dei linguaggi visivi contemporanei.
La Poetica di Bianca Coggi: La Donna, la Forma, la Resistenza
Nel percorso artistico di Coggi, la figura femminile è tema costante e mutevole: dalle donne in movimento dei primi bozzetti giovanili fino ai volti astratti e materici della produzione recente. “Giorgia” si inserisce in questa linea evolutiva come ritratto simbolico dell’identità femminile contemporanea, dove la materia stessa diventa corpo, e il corpo, architettura.
L’artista recupera una lezione che parte da Guttuso e Burri — artisti ammirati durante i suoi studi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma — per giungere a un linguaggio personale e potente, dove il gesto pittorico si fonde con la costruzione spaziale. La pittura non è più superficie ma ambiente, un luogo in cui la sensibilità si deposita come strato, come eco.
L’Arte Contemporanea Materica Italiana nel Contesto Europeo
L’opera di Coggi si inserisce in un momento di grande attenzione verso la matericità nell’arte contemporanea italiana, che recupera e rinnova la tradizione inaugurata da Burri e Fontana, proiettandola nel XXI secolo. Come in Burri la combustione trasformava la tela in esperienza, così in Coggi la materia si fa metafora del vissuto: ogni crepa, ogni colatura diventa segno di un’emozione non detta.
Nel panorama europeo, la ricerca materica italiana continua a distinguersi per profondità concettuale e capacità di coniugare tecnica e spiritualità. “Giorgia” è in questo senso un’opera manifesto, un punto d’incontro tra arte, architettura e psicologia del profondo.

Esposizioni e Riconoscimenti
Bianca Coggi ha esposto in contesti prestigiosi come la Galleria “Espace Art Gallery” di Bruxelles (2022), la Villa Comunale di Frosinone (2024), la Città dell’Altra Economia a Roma (2025) e il Museo di Boville Ernica (2023).Nel 2023 ha ricevuto il Premio alla Cultura per il suo contributo alla mostra contro la violenza sulle donne presso Palazzo Valentini a Roma, evento promosso dal Rotary Club Antropos.
La sua arte è stata inoltre scelta per installazioni e allestimenti in collaborazione con Gruppo FS e Auditorium Parco della Musica, confermando il riconoscimento istituzionale della sua ricerca.
Conclusione: La Materia come Linguaggio dell’Anima
Con “Giorgia”, Bianca Coggi riafferma il valore dell’arte contemporanea materica italiana come forma di introspezione e testimonianza del nostro tempo. La sua opera trasforma materiali freddi in strumenti poetici, traducendo l’esperienza del costruire in quella del sentire. In “Giorgia” convivono la solidità del cemento e la fragilità della carta, la freddezza dell’acciaio e la trasparenza della resina — una dialettica che racconta la complessità della vita e della sensibilità umana contemporanea.
Coggi ci ricorda che la materia, se ascoltata, può parlare. E la sua voce, oggi, è una delle più autentiche dell’arte italiana emergente.




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