“Forme in movimento 11” di Antonella Bertoni: Astrattismo Informale Contemporaneo Italiano tra Geometria, Emozione e Movimento
- taitgroupsrl
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“Forme in movimento 11” di Antonella Bertoni rappresenta una delle espressioni più emblematiche dell’astrattismo informale contemporaneo italiano, un linguaggio che l’artista mantovana ha saputo rendere personale attraverso un sapiente equilibrio tra struttura e intuizione cromatica.
Quest’opera unica, realizzata in acrilico su tela nelle dimensioni 80×80 cm, testimonia l’evoluzione della ricerca pittorica di Bertoni, che nel corso della sua carriera ha saputo fondere l’eredità del disegno figurativo con un approccio astratto capace di tradurre emozioni, ritmi e atmosfere in forme essenziali ma vibranti.

L’Opera: Movimento ed Equilibrio nell’Astrattismo Informale Contemporaneo Italiano
“Forme in movimento 11” si colloca pienamente all’interno della produzione astratto-informale di Bertoni, ma si distingue per una particolare cura nel dialogo tra forma geometrica, vibrazione cromatica e dinamica visiva.
L’effetto complessivo è quello di un movimento sospeso, come se gli elementi dell’opera fossero colti nel momento esatto in cui si stanno trasformando.Il “movimento” non nasce da un gesto aggressivo ma da un dialogo armonico tra le parti, dove la forma non impone ma accompagna lo sguardo.
L’opera incarna così una delle caratteristiche principali dell’astrattismo informale contemporaneo italiano:la capacità di far emergere un’emozione senza ricorrere alla figurazione, attraverso la purezza del colore e la delicata costruzione della forma.

Antonella Bertoni: Una Ricerca che Unisce Tecnica, Emozione e Formazione Multidisciplinare
Nata a Mantova, Antonella Bertoni si forma presso l’Istituto Statale d’Arte, conseguendo la qualifica in Arte Applicata – Architettura e Arredamento.La sua base tecnica solida e il suo percorso multidisciplinare le permettono sin da giovane di sperimentare con sicurezza diverse tecniche pittoriche, dal figurativo al paesaggio, fino all’acquerello, di cui diventa interprete esperta.
La stessa artista afferma che ogni opera nasce come interpretazione dell’emozionalità del mondo che la circonda, trasformata in tela attraverso un gesto libero ma consapevole.I suoi lavori astratti trasmettono leggerezza, ritmo e atmosfere naturali, restituendo a chi guarda la sensazione di trovarsi all’interno di uno spazio ideale, fatto di luce, respiro e movimento.
Allo stesso tempo, Bertoni porta avanti una ricerca parallela nell’astrattismo geometrico, frutto di un lungo studio del colore e delle sue gradazioni. In queste opere, come in “Forme in movimento 11”, le forme geometriche producono effetti di profondità, consistenza e movimento illusorio, accompagnando l’osservatore verso una dimensione psicologica profonda.
Il Contesto dell’Astrattismo Informale Contemporaneo Italiano
L’opera di Bertoni si inserisce nel più ampio panorama dell’astrattismo informale contemporaneo italiano, erede diretto delle sperimentazioni del secondo dopoguerra ma oggi riletto attraverso nuove sensibilità, più intime, più legate all’emozione e meno alla rottura.
“Forme in movimento 11” si colloca esattamente in questa linea: non un’opera concettuale, ma un’esperienza emotiva aperta e accessibile, in cui lo spettatore riconosce frammenti di sé attraverso armonie cromatiche e movimenti sottili.

Conclusione: Il Ruolo di “Forme in movimento 11” nell’Astrattismo Informale Contemporaneo Italiano
“Forme in movimento 11” di Antonella Bertoni è un esempio significativo di come l’astrattismo informale contemporaneo italiano possa oggi farsi linguaggio emotivo e meditativo, senza rinunciare a eleganza, tecnica e profondità concettuale.
Il lavoro di Bertoni, radicato nella tradizione ma rivolto a una sensibilità contemporanea, conferma il valore della sua ricerca e la sua capacità di offrire allo spettatore un’esperienza visiva e interiore autentica.
Con opere come questa, la pittura astratta italiana continua a rinnovarsi, mantenendo vivo un linguaggio che ha ancora molto da dire nel panorama internazionale.




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